Lesione tendine estensore dito anulare

Cos’è la lesione al tendine estensore del dito anulare

I tendini estensori, situati sul dorso della mano e delle dita, hanno origine dai muscoli dell’avambraccio e permettono di raddrizzare le dita. Via Via che raggiungono queste ultime, tendono ad appiattirsi e assottigliarsi, per poi unirsi ai tendini dei muscoli della mano in modo da consentire il movimento coordinato delle dita.

A differenza di quelli flessori, i tendini estensori sono 1 per ogni di dito (quindi 5) più 3 propri del mignolo, dell’indice e l’estensore breve del pollice.

Cosa succede quando si verifica una lesione al tendine estensore del dito anulare e in generale delle dita della mano?

La posizione dei tendini estensori appena sotto la pelle, a contatto con l’osso, li espone facilmente a lesioni anche da taglio. A seconda del numero dei tendini coinvolti, la rottura può comportare l’impossibilità a sollevare una o più dita o provocarne la deformità.

 

Sintomi

In base al tipo di lesione del tendine estensore del dito anulare, è possibile osservare i seguenti sintomi nel paziente:

  • Presenza di ferite (nel caso di lesioni aperte);
  • Atteggiamento del dito in flessione e conseguente impossibilità alla estensione attiva;
  • Disturbi della sensibilità, che possono presentarsi in concomitanza di una lesione dei nervi sensitivi adiacenti.

 

Cause

La lesione al tendine estensore del dito anulare è causata, il più delle volte, da lesioni aperte a seguito di ferite da taglio (coltello, vetro, ecc.), lacero-contuse, fratture ossee esposte e traumi da schiacciamento.

Più rare, invece, sono le lesioni chiuse, quelle cioè che si presentano su tendini degenerati, in associazione a patologie croniche come l’artrosi e l’artrite reumatoide.

 

Diagnosi

lesione tendine estensore dito anulare

Fracture shaft of proximal phalange of ring finger ( film x-ray both hand AP )

Solitamente una visita medica specialistica può essere sufficiente per formulare la diagnosi di lesione tendinea, soprattutto in presenza di lesioni aperte (per cui basta una diagnosi clinica). Quando si tratta di lesioni chiuse, invece, queste possono risultare meno evidenti e diventa necessario un esame diagnostico-strumentale specifico, come l’ecografia e la RMN.

 

Soggetti a rischio

I tendini, come le articolazioni, le ossa e i legamenti, sono indispensabili affinché mani e polsi svolgano tutte le loro funzioni. Il numero elevato con cui sono presenti in questa area ne aumenta la possibilità di traumi durante il loro impiego, soprattutto negli atleti, che ripetono gesti con frequenza e intensità oltre il limite normale.

Durante la pratica sportiva, i traumi più comuni sono classificati in due categorie principali: lesioni traumatiche e lesioni per “overuse”, cioè quelle da uso eccessivo.

Mentre le prime sono più frequenti in atleti che praticano sport da contatto (come il basket, il calcio o gli sport da combattimento), le lesioni da overuse coinvolgono sportivi che praticano lo stesso movimento in modo intenso e ripetitivo (baseball, tennis o golf).

 

Trattamento e cura

Tra le lesioni più frequenti, il dito a martello o mallet-finger è di tipo sottocutaneo e può essere causato sia da un minimo trauma che provoca la rottura della parte finale del tendine estensore, ma anche da una frattura ossea della base della falange distale.

In questo caso, si può ricorrere a due tipi di trattamenti: non chirurgici, dal risultato meno soddisfacente, poiché spesso nel processo di cicatrizzazione si verifica una flessione residua di alcuni gradi, a causa della tensione del tendine poco efficace; chirurgici, che al contrario garantiscono una ripresa eccellente.

La deformità a Boutinnière descrive la lesione del tendine estensore in sede più prossimale. Il trattamento prevede il posizionamento di una stecca che tenga estesa l’articolazione e, se questa non viene applicata correttamente, il dito può rapidamente peggiorare e irrigidirsi in flessione.

In caso di lesioni aperte, il trattamento chirurgico è sempre quello indicato e deve essere effettuato tempestivamente. Successivamente, è necessario un periodo di riabilitazione mediante fisioterapia che spesso si associa all’utilizzo di tutori e splint, così da evitare eventuali complicanze fra cui le aderenze, che limitano o impediscono lo scorrimento del tendine e aumentano il rischio di gravi rigidità e retrazioni del dito.

 

Riabilitazione

In seguito a un intervento chirurgico e anche in base al tipo di lesione, il dito anulare dovrebbe essere bloccato e protetto da eventuali urti.

Trascorsi 12/14 giorni dall’operazione possono essere rimossi i punti e il programma riabilitativo deve essere pianificato per almeno 4 – 6 settimane.

La fisioterapia è fondamentale per ridurre al massimo la comparsa di rigidità e aderenze dei tendini con i tessuti circostanti (complicanze che interessano questo tipo di lesione) e consiste in incontri con il professionista, esercizi da svolgere giornalmente, più volte al giorno, tutori statici e/o dinamici da indossare a fasi alterne.

Trascorso questo periodo, il paziente potrà riprendere deboli movimenti attivi senza resistenza, ma la completa guarigione avviene nell’arco di 3 mesi, sebbene nella maggior parte dei casi servirà più tempo per un recupero completo del movimento a causa dell’aderenza cicatriziale.

È importante tenere presente l’importanza di controlli clinici ravvicinati per una migliore comprensione, da parte del chirurgo o del terapista, della corretta esecuzione della terapia riabilitativa.

 

Prevenzione

Come già affermato, i soggetti più a rischio di lesione sono gli atleti. Tuttavia, nonostante la loro continua esposizione a traumi di questo tipo, è possibile prevenire situazioni simili adottando protezioni idonee all’attività che sono chiamati a svolgere e dedicando qualche minuto in più ad un corretto riscaldamento.

Anche il taping è un ottimo strumento di prevenzione, come del resto il rispetto della fatica e l’utilizzo di posture corrette.

 

Quali sono le altre principali lesioni ai tendini della mano?

 

Perché rivolgersi a uno specialista della mano

La lesione del tendine estensore del dito anulare (e in generale dei tendini estensori della mano) è un fenomeno frequente che richiede un’accurata diagnosi, soprattutto quando si tratta di lesione chiusa. Rivolgersi a uno specialista è fondamentale per intervenire in modo tempestivo sul problema e ridurre i rischi di complicanze molto frequenti in questi casi.

Ecco perché, per ottenere risultati stabili e duraturi, è necessario trattare la lesione quanto prima, il più delle volte con un intervento chirurgico e, successivamente, un trattamento fisioterapico con tutori dinamici ed esercizi che mirano a prevenire la rigidità ed eventuali aderenze.

 

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