Cosa sono le lesioni ai tendini della mano
I tendini sono strutture di connettivo fibro-elastico che consentono ai muscoli di trasferire la loro azione meccanica all’osso o alla pelle. Quelli della mano per la maggior parte decorrono dall’avambraccio alle dita e sono indispensabili per fletterle, estenderle. Grazie alla loro funzione è possibile eseguire un’infinità di movimenti, indispensabili per vivere il quotidiano. Per questo motivo una lesione ai tendini della mano può essere fortemente invalidante.
Le lesioni sono generalmente causate da ferite da taglio o fratture, ma possono essere provocate anche da urti violenti o sforzi eccessivi.
I tendini della mano si suddividono in due principali gruppi, in base alla funzione che svolgono: tendini estensori e flessori.
- Estensori: ne esiste uno per ogni dito e ne sono presenti tre in più, uno per il mignolo, uno per l’indice e uno per il pollice. Sono particolarmente soggetti a lesioni dovute a ferite superficiali perché si trovano immediatamente sotto alla cute, sul dorso della mano. Se la lesione è totale, diventa impossibile per il paziente estendere il dito.
- Flessori: ad eccezione del pollice, ogni dito ha due tendini flessori, quello superficiale e quello profondo. Il primo è indispensabile per piegare le dita al livello della prima articolazione interfalangea, mentre il secondo permette di flettere l’ultima falange. Si trovano sul versante palmare delle dita.
Una lesione dei tendini della mano può causare l’impossibilità a muovere una o più dita, in base a quali tendini vengano coinvolti, e provocare delle deformità: se non corrette in tempo, le articolazioni diventano rigide e rendono impossibile il movimento anche passivo. Esiste ad esempio il “dito a martello” se la lesione interessa l’estensore nella regione più distale delle dita o la lesione a “bottoniera” se localizzata al livello dell’articolazione interfalangea prossimale.
Solitamente bisogna intervenire attraverso un delicato intervento chirurgico, associato all’utilizzo di strumentazioni di supporto come il filo di Kirschner o altri dispositivi. A seguito dell’intervento sarà necessario procedere con trattamenti fisioterapeutici per riacquistare la mobilità, con esercizi mirati e tutori specifici.
Il tempismo è fondamentale per il trattamento di queste patologie, perché il rischio di non poter recuperare la completa funzionalità delle dita è particolarmente elevato. Vediamo di seguito come riconoscere le lesioni e come affrontarle nel migliore dei modi.
Sintomi
I sintomi associati alle lesioni dei tendini della mano dipendono molto dalla causa scatenante. A prescindere dal tipo di ferita, che sia aperta o sottocutanea, è l’atteggiamento del dito a segnalare la possibile lesione tendinea. Se non si riesce a flettere o estendere una o più dita della mano, è necessario recarsi al pronto soccorso o in una clinica specializzata.
Un altro campanello d’allarme è la mancanza parziale o totale di sensibilità nella regione interessata, dovuta alla lesione di nervi sensitivi adiacenti.
Cause
Le cause più frequenti sono le ferite da taglio, dette lesioni aperte. Quando si utilizza un coltello in cucina, per esempio, è possibile ferirsi e danneggiare un tendine. Alcuni lavori richiedono l’utilizzo di attrezzi pericolosi che possono facilmente procurare lesioni aperte se non maneggiati con le dovute precauzioni. Sono considerate lesioni aperte anche quelle dovute a fratture esposte, ossia quando in seguito ad una caduta o un trauma violento, l’osso fratturato fuoriesce dalla cute ed è visibile ad occhio nudo.
Anche dei traumi “chiusi” da strappamento possono provocare lesioni ai tendini della mano, sebbene l’incidenza sia nettamente inferiore. Queste avvengono per sforzi eccessivi, movimenti bruschi e poco naturali o impatti violenti. Probabilmente, in questi casi, i tendini lesionati erano già usurati per via di patologie croniche come l’artrite reumatoide o l’artrosi.
Diagnosi
Il motivo scatenante alla base della lesione del tendine guida l’iter della diagnosi. In presenza di lesioni aperte, si diagnostica la patologia attraverso un semplice esame clinico. Più difficile è riconoscere una lesione chiusa, che potrebbe richiedere diversi esami di tipo strumentale di imaging, come l’ecografia o la risonanza magnetica.
Soggetti a Rischio
La lesione ai tendini della mano è una patologia che può interessare chiunque, a qualsiasi età e di qualunque sesso. Nonostante questo, esistono delle categorie più esposte a questo tipo di problemi.
Chi lavora con attrezzi pesanti e taglienti corre ovviamente un rischio maggiore, poiché esiste le possibilità di rimanere vittima di incidenti sul lavoro e ferirsi alle mani. Non a caso sono sempre obbligatori i dispositivi di sicurezza per minimizzare il rischio di tali incidenti.
Anche nello sport la possibilità di infortunarsi e subire una lesione ai tendini della mano è piuttosto elevata: pensiamo ai giocatori di basket, pallavolo e rugby, per esempio, e a come interagiscono con il pallone e gli avversari. La lesione del tendine flessore profondo con distacco parziale dell’osso è conosciuta anche come “rugby finger”, non a caso. Nel basket è frequente lesionare i tendini quando si salta a canestro o si cerca di intercettare un passaggio. Stesso concetto può essere applicato alla pallavolo e al rischio che si corre saltando a muro per intercettare una palla che viaggia a più di 100 km/h.
Gli anziani sono un’altra categoria a rischio, soprattutto per quanto riguarda le lesioni chiuse, poiché i tendini tendono a degenerarsi fisiologicamente con l’avanzare dell’età e perdono elasticità con l’artrosi.
Trattamento e Cura
La grande maggioranza delle lesioni dei tendini della mano viene trattata per via chirurgica e solo una piccola percentuale guarisce attraverso la semplice terapia conservativa.
A seconda del tipo di lesione cambiano le modalità chirurgiche:
Se un tendine viene completamente reciso, è necessario suturare i due capi assieme per ripristinare la normale funzionalità. Dal momento che questi fasci fibrosi hanno qualità simili a quelle di un elastico, una volta tagliati si ritraggono. Per questo è spesso necessario ampliare le dimensioni della ferita per poterla esplorare e recuperare le due estremità del tendine.
Se il tendine è solamente strappato, sarà necessario riattaccarlo all’osso in modo da ristabilire la normale struttura della mano.
L’unica situazione in cui non è richiesto sempre il trattamento chirurgico è per la cura del dito a martello. In questi casi è sufficiente portare un tutore in iperestensione per quasi due mesi e proseguire il lavoro di riabilitazione con un tutore part-time per un altro mese.
Riabilitazione
Dopo il trattamento chirurgico inizia il periodo di riabilitazione. In questa fase è necessario seguire un percorso fisioterapico precoce in concomitanza con l’uso di tutori o splint. Così è possibile evitare conseguenze spiacevoli e perdite importanti di mobilità. In ogni caso è importante ricordare che un recupero completo è pressoché impossibile.
I tempi di guarigione e riabilitazione dipendono da molti fattori:
- Qualità del percorso fisioterapico;
- Entità della lesione;
- La causa;
- L’età del paziente;
- La presenza e la correlazione con altre patologie.
In linea di massima, un percorso di guarigione completo richiede non meno di 3 mesi.
Prevenzione
Non c’è una vera e propria modalità per evitare una lesione, soprattutto quando questa è dovuta a una ferita da taglio. Sicuramente è buona norma indossare protezioni adeguate quando si maneggiano attrezzi pesanti o taglienti.
Per chi pratica sport, invece, è fondamentale seguire un regime di allenamento adeguato e svolgere un’importante attività di riscaldamento.
Quali sono le altre principali lesioni ai tendini della mano?
- Lesioni ai tendini estensori del dito anulare;
- Lesione al tendine del dito mignolo;
- Lesione al tendine del dito indice;
- Dito a Scatto;
- Tenosinovite di De Quervain;
- Tenosinoviti reumatiche;
- Tendinopatie Croniche.
Perché rivolgersi a uno specialista della mano
L’operazione chirurgica per trattare una lesione ai tendini della mano è particolarmente delicata. Richiede grande esperienza, competenze e qualità del lavoro. Il buon esito della cura dipende anche dalle condizioni in cui si opera e dalle modalità con il quale lo si fa: può capitare infatti che la chirurgia non sia risolutiva e porti complicazioni di vario genere.
La frequenza di complicanze è piuttosto alta: si parla di circa il 20% dei casi. Infezioni, sindromi aderenziali, perdita della funzione e rotture secondarie sono una possibilità reale e affidarsi a degli specialisti è indispensabile per evitare quanto più possibile danni consequenziali.
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