Frattura dello scafoide

Frattura dello scafoide: cos’è?

Una delle 8 piccole ossa del carpo che costituisce l’articolazione del polso, lo scafoide è il più grande della fila prossimale e risiede dal lato del radio, che lo precede, e dalla parte del pollice che invece lo segue.

La sua funzione principale è quella di contribuire in modo determinante alla capacità di movimento dell’articolazione del polso e inoltre, proprio per la posizione in cui si trova e le sue dimensioni, lo scafoide rappresenta un importante elemento di raccordo tra le ossa carpali della fila prossimale e quelle della fila distale.

Svolge dunque un ruolo fondamentale nelle diverse funzioni del polso, tra cui il trasferimento di carichi complessivi dalla mano all’avambraccio e il mantenimento della stabilità e del movimento normale sia del polso che della mano.

Lo scafoide è alla base della “tabacchiera anatomica”, cioè quella cavità formata dai tendini del pollice, e tra tutte le ossa del polso è quella che più facilmente può essere interessata da una frattura.

Solitamente, questa si verifica a seguito di una caduta con appoggio sul palmo della mano a polso esteso, un incidente automobilistico o infortuni sportivi e, a seconda della tipologia, quindi della gravità, si stabilisce il tipo di trattamento più adeguato.

 

Quanti tipi ne esistono?

Le fratture dello scafoide interessano persone di ogni età, bambini compresi, sebbene individui tra i 20 e i 30 anni sono molto più soggetti a una lesione di questo tipo, proprio a causa della maggiore attività svolta in questa fascia d’età.

Esistono diverse tipologie di frattura dello scafoide, che è molto importante riconoscere per la scelta del trattamento più adeguato da seguire, e la classificazione che ancora oggi trova maggior consenso nella letteratura scientifica è quella di Herbert.

Secondo l’autore, infatti la lesione dello scafoide si può suddividere in 4 tipologie, sulla base del livello e dell’orientamento della rima di frattura.

Tipo A – Fratture stabili, che si dividono in:

  • Tipo A1: frattura del tubercolo;
  • Tipo A2: frattura incompleta nella parte centrale.

 

Tipo B – Fratture instabili, che si suddividono in:

  • Tipo B1: frattura obliqua distale;
  • Tipo B2: frattura completa nella parte centrale;
  • Tipo B3: frattura polo prossimale;
  • Tipo B4: frattura-lussazione del corpo.

 

Tipo C – Ritardo della consolidazione.

 

Tipo D – Mancata consolidazione, che si suddivide in:

  • Tipo D1: unione fibrosa;
  • Tipo D2: pseudoartrosi.

 

Sintomi

Quando si è soggetti a frattura dello scafoide, i sintomi principali lamentati dai pazienti sono il dolore profondo e il gonfiore, entrambi localizzati nella regione della tabacchiera anatomica – avvallamento che compare sul polso della mano, quando è aperta, tra polso e pollice, con una conseguente riduzione del movimento.

Si può inoltre associare dolore nell’afferramento, che comporta una conseguente limitazione funzionale. Non sempre, però, a seguito di un trauma con lesione dello scafoide si verifica un rigonfiamento del polso e questo potrebbe causare un ritardo della diagnosi di frattura, che può essere confusa con una distorsione articolare.

In generale, comunque, i sintomi si possono presentare in maniera più o meno importante, ma quando, a seguito di una caduta, il dolore non si attenua dopo le 24 ore è bene sottoporsi ad un esame clinico approfondito.

 

Cause

La frattura dello scafoide, la più comune tra le lesioni che interessano il carpo, è causata generalmente da una caduta sul palmo della mano (sul quale si trasmette il peso del corpo) con il polso iperesteso.

A seguito di una simile caduta, poi, anche le estremità distali delle ossa dell’avambraccio, cioè radio e ulna, possono rompersi.

 

Diagnosi

Frattura scafoide

La diagnosi di una frattura allo scafoide non è sempre di facile esecuzione, poiché non di rado le radiografie in proiezione standard risultano insufficienti per visualizzarla (in questi casi è bene ricorrere a radiografie in deviazione ulnare).

In generale, infatti, è necessario raccogliere l’anamnesi per ricostruire quanto più possibile il meccanismo del trauma, indagando sui sintomi descritti e i segni eventualmente visibili.

Successivamente, va effettuata (come detto sopra) una radiografia in proiezione standard e specifica per lo scafoide che, soprattutto in casi di lesione composta, potrebbe risultare apparentemente negativa. A seguito, quindi, della valutazione dei sintomi e di eventuali segni visibili, sarà il medico a stabilire se approfondire mediante Tomografia Computerizzata o Risonanza Magnetica, esami più sensibili e specifici in caso di frattura.

 

Chi sono i soggetti più a rischio

La frattura dello scafoide è causata in genere da una caduta in cui la mano viene protesa in avanti con il polso iperesteso e l’atterraggio avviene sul palmo della mano.

Non c’è un’età più a rischio di un’altra per questo tipo di frattura, anche se le più altre probabilità di infortunio riguardano lo svolgimento di attività fisica o incidenti automobilistici. E proprio per questo, uomini sportivi tra i 20 e i 30 anni sono le persone più a rischio.

 

Trattamento e cura

Il trattamento più adeguato viene stabilito sulla base del tipo di frattura: se questa è considerata stabile, viene trattata con un gesso, nel caso invece di frattura instabile si procede con un intervento chirurgico.

Trattamento in gesso. Le fratture stabili generalmente sono quelle distali, cioè nella regione più vicina al pollice, la quale possiede un buon apporto di sangue necessario per la guarigione. Quando viene applicato, il gesso solitamente viene messo fin sotto al gomito e include anche il pollice.

Il tempo necessario per la guarigione non è uguale per tutte le persone, ma in media il gesso va tenuto dalle 6 alle 8 settimane. A volte, dopo la rimozione del gesso potrebbe essere necessario mantenere ancora un tutore per 3-4 settimane.

Trattamento chirurgico.

L’intervento chirurgico si rende necessario ogni qualvolta la frattura è considerata instabile o si sospetti un possibile rischio di mancata consolidazione.

Il trattamento consiste nella stabilizzazione della frattura attraverso l’impianto di un dispositivo meccanico, di solito una vite o una cambra. In alcuni casi di fratture composte e stabili, soprattutto per i pazienti sportivi o motivati a riprendere in fretta il proprio quotidiano, si può optare per un trattamento chirurgico. È possibile, anche in caso di fratture composte, l’impianto di viti con tecnica percutanea con pochi millimetri di incisione cutanea. Si tratta di un approccio che permette un recupero più rapido, evitando il gesso, ma che necessita comunque del mantenimento di un tutore fino alla guarigione.

 

Riabilitazione

Fare in modo che, a seguito della frattura dello scafoide, il recupero sia completo è fondamentale. La terapia riabilitativa, e in particolare la fisioterapia, gioca un ruolo molto importante.

Nella fase acuta, infatti, si può favorire la consolidazione con il ricorso alla Magnetoterapia Cemp che, grazie al campo magnetico, facilita la formazione del callo osseo.

Una volta tolto il gesso o il tutore, si può procedere con una chinesiterapia con l’obiettivo di recuperare il più possibile il movimento del polso.

La Tecarterapia, il laser e l’ipertermia, invece, possono aiutare a ridurre l’edema, mentre le onde d’urto e gli ultrasuoni vengono utilizzati per aiutare la consolidazione, in casi di ritardi.

 

Prevenzione

Lo scafoide è l’osso carpale più comunemente fratturato, a causa della sua dimensione e della posizione che occupa. Come detto in precedenza, le persone maggiormente a rischio sono individui in età compresa tra i 20 e i 30 anni, che svolgono attività sportiva.

Secondo alcuni studi, però, per evitare o comunque diminuire le probabilità di infortunio, è dimostrato che l’utilizzo di protezioni o tutori (come prevenzione) ai polsi durante attività sportive, soprattutto quelle ad alto rischio di caduta come il pattinaggio e lo snowboard, diminuisce la probabilità di frattura dello scafoide.

 

Quali gli altri principali infortuni alla mano?

 

Perché devi rivolgerti a uno specialista della mano

Nei casi di sospetto di frattura dello scafoide è fondamentale rivolgersi con urgenza a uno specialista. Che si tratti di frattura stabile o instabile, infatti, ricevere una diagnosi immediata è determinante per comprendere la gravità del problema e, di conseguenza, scegliere tempestivamente l’intervento migliore per favorire la guarigione.

La diagnosi di frattura dello scafoide, infatti, non è sempre immediata, ma è importante riconoscerla quanto prima, poiché la complicazione da pseudoartrosi (frattura non saldata e ormai insaldabile) è più probabile nei casi di trattamento ritardato.

 

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