Noduli di Heberden

Noduli di Heberden: definizione

I noduli di Heberden sono delle escrescenze ossee che si formano a livello delle falangi distali, producendo una deformità in allargamento del profilo di queste articolazioni in soggetti affetti da artrosi di tale distretto.

Spesso i noduli di Heberden si presentano assieme ad un altro tipo di deformità: i noduli di Bouchard.

Mentre i primi si collocano a livello delle falangi distali, ovvero quelle più lontane dal metacarpo, i secondi si formano a livello delle falangi intermedie.

I noduli di Heberden sono degli osteofiti, ovvero tessuto osseo esuberante che si forma al livello delle articolazioni che sono colpite da condizioni croniche; dunque, sono considerati un segno di tali patologie.

Tali rigonfiamenti tendono a svilupparsi lentamente, un dito per volta. Una volta formati, arrivano a deformare la mano alterandone la normale conformazione: l’arto apparirà dotato di diversi nodi tra le falangi, che provocano spesso difficoltà nel movimento delle dita.

 

Sintomi

Il sintomo più evidente di questa condizione consiste nella progressiva formazione dei noduli stessi, che diventano gradualmente visibili ad occhio nudo.

Essi rendono il movimento delle dita più difficoltoso e doloroso, soprattutto quando si cerca di eseguire dei movimenti fini.

La formazione dei noduli di Heberden si accompagna ad altri sintomi tipici del quadro diagnostico dell’artrite o dell’artrosi, quali:

  • Gonfiore delle articolazioni;
  • Dolore degli arti;
  • Difficoltà di movimento;
  • Rigidità

 

Soggetti a rischio

I principali soggetti a rischio di sviluppo di noduli di Heberden sono le persone affette da:

  • Osteoartrite;
  • Artrite reumatoide;
  • Artrite gottosa.

Rappresentano categorie di persone maggiormente a rischio anche gli individui anziani, le persone in sovrappeso e le donne.

Nelle donne i noduli di Heberen possono infatti essere fino a dieci volte più frequenti rispetto agli uomini. Ciò avverrebbe perché gli ormoni sembrano svolgere un importante ruolo nel determinare lo sviluppo di questa condizione.

 

Cause: eziologia

La presenza dei noduli di Heberden si associa prevalentemente a tre patologie: osteoartrite, artrite reumatoide e artrite gottosa.

La loro formazione deriva infatti da processi infiammatori che coinvolgono le articolazioni.

Osteoartrite

Nella maggior parte dei casi, i noduli di Heberden vengono considerati come un sintomo di osteoartrite avanzata, più comunemente definita artrosi.

L’osteoartrite è una delle più frequenti patologie che si incontrano nel corso dell’invecchiamento, e consiste in una degenerazione progressiva della cartilagine delle articolazioni.

I noduli di Heberden, nel caso dell’osteoartrite, sono la conseguenza di un processo di rigenerazione ossea non completato correttamente.

Con la degenerazione della cartilagine, infatti, le ossa diventano più soggette a danni e microfratture.

Quando si avvia il processo di rigenerazione ossea, se esso non si completa correttamente, possono formarsi rigonfiamenti e speroni ossei che rendono il movimento difficoltoso e doloroso.

Artrite gottosa

L’artrite gottosa è una patologia caratterizzata da un accumulo di acido urico nelle articolazioni, provocata da una disfunzione del metabolismo.

I sintomi principali di questa condizione consistono in dolore e gonfiore delle articolazioni, che si possono associare alla presenza di eritemi.

Un altro sintomo è la formazione di noduli, detti tofi, che sono costituiti da accumuli di acido urico in corrispondenza di alcune articolazioni. A volte i tofi possono formarsi in concomitanza ai noduli di Heberden.

Artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria che attacca le articolazioni in modo simmetrico, soprattutto le più piccole come quelle delle mani. La patologia provoca dolore, rigidità articolare e difficoltà di movimento delle articolazioni colpite.

È una patologia cronica e invalidante che, se non trattata correttamente, rischia di progredire rapidamente portando il paziente a serie limitazioni del movimento e della sua autonomia.

Si tratta di una patologia autoimmune, nonostante non sia ancora chiara l’eziologia di questo disturbo.

 

A che età si manifestano

L’insorgenza dei noduli di Heberden è graduale e può iniziare attorno ai 45-50 anni.

Poiché la manifestazione di lesioni alle articolazioni tende ad aumentare con l’avanzare dell’età, con l’invecchiamento anche i noduli di Heberden tendono a manifestarsi più frequentemente e a diventare via via più visibili.

Con la progressione dell’osteoartrite o delle altre patologie infiammatorie, incrementa anche l’ostacolo al movimento del paziente, soprattutto nei movimenti fini e di presa.

 

Diagnosi

Generalmente, per diagnosticare la presenza dei noduli di Heberden è sufficiente un esame obiettivo, poiché quando il paziente si reca dal medico i noduli sono ormai chiaramente visibili.

L’anamnesi aiuterà il medico specialista a capire quale sia l’esatta patologia alla base dei noduli di Heberden e degli altri sintomi riferiti dal paziente.

Per verificare se sia in atto un processo infiammatorio, possono essere prescritte anche delle analisi del sangue. Questo esame permette comprendere meglio la condizione del paziente, ad esempio distinguendo tra una diagnosi di artrite e una di artrosi.

Talvolta, il medico può ricorrere alla diagnostica per immagini per accertarsi che in caso di rigonfiamenti sulle articolazioni si sia effettivamente in presenza di noduli di Heberden, e per escludere altre patologie.

La diagnostica per immagini può essere impiegata anche per valutare l’entità del danno alle articolazioni al fine di decidere il trattamento più adeguato al paziente e di valutare l’efficacia del percorso terapeutico intrapreso.

 

Trattamento e cura

Una volta che i noduli di Heberden si manifestano, purtroppo non è possibile eliminarli.

Si può stabilire un piano terapeutico per il paziente che permetta di alleviare i sintomi più debilitanti delle patologie che provocano i noduli di Heberden, primo tra tutti il dolore.

In genere, il trattamento di elezione per le patologie che provocano la comparsa dei noduli di Heberden prevede l’associazione dei farmaci alla fisioterapia. Questo trattamento ha l’obiettivo di aiutare il paziente a recuperare parte della mobilità perduta.

Il medico curante può infatti prescrivere dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) per ridurre l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa del paziente.

Il fisioterapista esperto, invece, può insegnare al paziente alcuni esercizi da eseguire autonomamente e con regolarità sia a scopo preventivo, sia per migliorare la mobilità delle mani del paziente.

Nella maggior parte dei casi, il trattamento rimane di tipo conservativo. Solo raramente, per i pazienti che non traggono alcun beneficio da farmaci e fisioterapia, si può decidere di rimuovere chirurgicamente le esostosi che costituiscono il nodulo di Heberden e procedere all’artrodesi (fusione dell’articolazione) in buona posizione.

Al livello delle articolazioni interfalangee distali infatti, la perdita della mobilità articolare a seguito dell’artrodesi chirurgica costituisce un danno funzionale esiguo, rendendo questa una soluzione di soddisfazione per il paziente.

 

Riabilitazione

La riabilitazione per le patologie che provocano la comparsa dei noduli di Heberden si effettua attraverso la fisioterapia e alcune terapie strumentali.

Tra le terapie maggiormente adottate per la riabilitazione di artrosi e artrite troviamo la tecar terapia e la laser terapia.

Per la riabilitazione è anche fondamentale che il paziente esegua con regolarità gli esercizi prescritti dal fisioterapista e che mantenga un livello ottimale di attività fisica.

 

Prevenzione

La principale forma di prevenzione contro i noduli di Heberden e le patologie ad essi associate consiste nel mantenere uno stile di vita di sano:

  • Evitare o smettere di fumare;
  • Mantenere un peso corporeo adeguato;
  • Fare frequentemente attività fisica, ma senza eccedere.

L’esercizio fisico è considerato come un importante fattore protettivo contro lo sviluppo di artrosi e patologie reumatiche; si ritiene inoltre che rappresenti una forma di prevenzione contro la riacutizzazione dei sintomi in pazienti già affetti da queste condizioni.

 

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