Mano benedicente

Mano benedicente: cos’è, trattamento a Roma

La mano benedicente è una condizione patologica della mano in cui alcune dita non riescono a estendersi completamente, assumendo una posizione simile a quella della “benedizione” iconografica.

Questa postura anomala è spesso il risultato di una lesione nervosa, in particolare del nervo mediano o del nervo ulnare, e può compromettere in modo significativo la funzionalità della mano.

Comprendere le cause della mano benedicente, riconoscerne i sintomi e affidarsi a un centro specializzato per la diagnosi e il trattamento a Roma è fondamentale per recuperare il corretto uso della mano.

Presso il Centro di Chirurgia della Mano Roma, i nostri specialisti, il Dott. Merendi e il Dott. Mingarelli, offrono un percorso personalizzato e multidisciplinare per la cura di questa e altre patologie complesse della mano.

 

Mano benedicente: sintomi

I sintomi della mano benedicente si manifestano con una postura anomala delle dita, ben visibile quando si cerca di chiudere la mano. In questi casi, l’indice e il medio rimangono estesi, mentre anulare e mignolo si flettono: un segno clinico che richiama il gesto iconico della benedizione, da cui prende il nome la patologia.

Tuttavia, la mano benedicente non è soltanto un’anomalia posturale: può compromettere attività quotidiane e professionali anche molto semplici.

I pazienti riferiscono spesso:

  • Difficoltà nella presa: impossibilità o forte riduzione della forza nel tenere oggetti, soprattutto piccoli o leggeri;
  • Perdita di destrezza manuale: scrivere, usare il telefono o allacciarsi i bottoni può diventare complicato;
  • Dolore, formicolio o intorpidimento: in particolare lungo le prime tre dita della mano;
  • Atrofia muscolare nella zona dell’eminenza tenar (alla base del pollice), nei casi più avanzati.

Riconoscere precocemente i sintomi della mano benedicente consente di intervenire con terapie mirate, migliorando la prognosi e riducendo il rischio di danni permanenti.

 

Mano benedicente: cause

Le cause della mano benedicente sono quasi sempre di origine neurologica, legate cioè al danneggiamento o alla disfunzione di uno o più nervi responsabili del movimento e della sensibilità della mano. I principali responsabili sono:

  • Il nervo mediano, che attraversa il canale carpale e controlla la flessione di pollice, indice e medio;
  • Il nervo ulnare, che innerva anulare e mignolo e contribuisce alla forza della presa.

Tra le cause più comuni della mano benedicente troviamo:

  • Traumi diretti all’avambraccio o al polso, come fratture o lussazioni;
  • Compressioni croniche dei nervi, ad esempio per posture scorrette, sindromi canalicolari o patologie come neoformazioni espansive;
  • Lesioni iatrogene, ovvero danni nervosi a seguito di interventi chirurgici;
  • Neuropatie di origine metabolica (es. diabete) o infiammatoria;
  • Malattie neurologiche come la sclerosi multipla o le sindromi canalicolari multiple.

Conoscere le cause della mano benedicente è il primo passo per identificare il trattamento più adeguato.

Nei paragrafi successivi esploreremo più nel dettaglio le differenze tra lesione del nervo mediano e del nervo ulnare, e come ciascuna può contribuire a questo disturbo.

 

Mano benedicente e lesione del nervo mediano

La mano benedicente e la lesione del nervo mediano sono strettamente correlate.

Questo nervo, che al livello del polso attraversa il tunnel carpale per poi innervare le prime tre dita della mano, è fondamentale per la flessione dell’indice, del medio e del pollice, perché ne innerva i muscoli flessori al livello dell’avambraccio.

Quando il nervo mediano subisce una lesione – a causa di un trauma, una compressione cronica o un intervento chirurgico – può manifestarsi la mano benedicente in fase di flessione.

Ciò significa che, nel tentativo di chiudere la mano, l’indice e il medio restano estesi mentre le altre dita si flettono.

La lesione deve essere quindi Alta, cioè a livello dell’avambraccio o sopra (es. in caso di frattura sovracondiloidea);
la diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato possono prevenire danni permanenti e migliorare la qualità della vita del paziente.

 

Mano benedicente e lesione del nervo ulnare

Anche tra mano benedicente e lesione del nervo ulnare esiste una connessione  importante, sebbene le risultanze cliniche siano simili, hanno delle differenze sostanziali con quelle da lesione del mediano.

Il nervo ulnare controlla i movimenti di flessione dell’anulare e del mignolo, oltre a fornire innervazione motoria a numerosi muscoli intrinseci della mano.

Quando il nervo ulnare è lesionato, può manifestarsi una variante della mano benedicente, soprattutto se il danno interessa anche i muscoli interossei e i lombricali.

Il risultato è una difficoltà nella flessione delle ultime due dita o, in casi avanzati, una mano ad artiglio che può sovrapporsi al quadro della mano benedicente.

Le cause principali includono:

  • Traumi al gomito o al polso;
  • Sindrome del canale di Guyon (compressione del nervo ulnare al polso);
  • Lesioni iatrogene dopo interventi chirurgici nella regione cubitale.

Distinguere se la mano benedicente deriva da una lesione del nervo ulnare o mediano è fondamentale per impostare la corretta strategia terapeutica, che può includere la chirurgia ricostruttiva.

 

Mano benedicente: diagnosi

Mano benedicente

La diagnosi della mano benedicente può non essere immediata, soprattutto nei casi in cui il danno neurologico è parziale o i sintomi si sovrappongono ad altre patologie della mano.

Per questo motivo, è fondamentale rivolgersi a un centro altamente specializzato, dove lo specialista della mano può valutare con precisione l’origine del disturbo.

Nella maggior parte dei casi, già dopo un’attenta visita specialistica e un’elettromiografia (EMG), è possibile formulare una diagnosi chiara della mano benedicente nel giro di pochi giorni.

Tuttavia, nei casi più complessi o nei pazienti che presentano più condizioni associate, può essere necessario qualche giorno in più per completare gli esami strumentali e arrivare a un inquadramento completo.

Presso il nostro Centro di Chirurgia della Mano a Roma, il percorso diagnostico prevede una valutazione completa che include:

  • Esame clinico specialistico: lo specialista analizza la postura delle dita, la forza muscolare e la sensibilità cutanea, alla ricerca di segni compatibili con la mano benedicente;
  • Test neurologici: manovre specifiche per individuare il coinvolgimento del nervo mediano o del nervo ulnare;
  • Elettromiografia (EMG) e elettroneurografia (ENG): fondamentali per valutare l’attività muscolare e la conduzione nervosa;
  • Esami strumentali come ecografia o risonanza magnetica, utili per individuare compressioni nervose, traumi o patologie sottostanti.

La mano benedicente può essere difficile da diagnosticare se il quadro clinico non è tipico, se i sintomi sono sfumati o se coesistono altre neuropatie (come la sindrome del tunnel carpale o del canale di Guyon).

Per questo la diagnosi differenziale è importante anche per distinguere la mano benedicente da condizioni simili, come la “mano ad artiglio” o la “mano del predicatore”.

 

Come curare la mano benedicente

Curare la mano benedicente richiede un approccio mirato, definito sulla base della causa scatenante, del nervo coinvolto e della gravità della lesione.

I trattamenti possono essere conservativi o chirurgici, e vengono scelti dopo una diagnosi accurata.

Nei casi più lievi, la mano benedicente può essere trattata senza intervento chirurgico, grazie a:

  • Fisioterapia specifica, con esercizi per rafforzare e rieducare i muscoli della mano;
  • Terapia farmacologica, con antinfiammatori e neuroprotettori;
  • Tutori per correggere la posizione delle dita;
  • Infiltrazioni mirate nei casi in cui vi sia una compressione nervosa.

Se il danno è importante o cronico, è invece indicato un intervento chirurgico. A seconda della situazione, può trattarsi di decompressione del nervo, neurorrafia, trasposizione tendinea o microchirurgia ricostruttiva, eseguita da specialisti esperti come il Dott. Merendi e il Dott. Mingarelli presso il nostro centro a Roma.

I tempi di recupero dipendono dalla causa della mano benedicente e dal tipo di trattamento. In media:

  • Con terapia conservativa, si possono ottenere miglioramenti in 4-8 settimane, con progressi graduali nel tempo;
  • Dopo un intervento chirurgico, il recupero funzionale può richiedere da 2 a 6 mesi, a seconda della complessità dell’operazione e dell’impegno nella riabilitazione.

Un percorso riabilitativo ben seguito, sotto la guida di uno specialista della mano, è fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile.

 

Perché scegliere il nostro centro specializzato a Roma

dott gianfranco merendi - dott luigi mingarelli

Scegliere un centro altamente specializzato nella cura della mano benedicente e delle patologie della mano non è solo una questione di comfort, ma di efficacia clinica.

Traumi e patologie degli arti superiori sono una condizione molto comune che richiede l’intervento tempestivo di un medico chirurgo specialista per non rischiare di compromettere le funzionalità dell’intero arto.

Per prenotare un appuntamento con il Dott. Gianfranco Merendi o il Dott. Luigi Mingarelli puoi contattarci ai numeri 376 121773706 361494196, alla nostra e-mail info@cctmroma.it oppure tramite il form che trovi in questa pagina.

Ci troviamo a Roma, in Via Luigi Bodio 58 presso la casa di cura Ars Biomedica, e siamo a tua disposizione H24 per intervenire su ogni tipo di trauma o patologia del polso e della mano, anche in situazioni di urgenza.