Distorsione polso: cos’è, sintomi, diagnosi, cure, a chi rivolgersi
La distorsione del polso è un infortunio articolare che, pur meno grave rispetto a una frattura, può essere molto frequente e fastidiosa.
In questo articolo ne approfondiamo gli aspetti principali, tra cui: come riconoscerla, come diagnosticarne la gravità e come trattarla per un pronto recupero.
Cos’è
A molti di noi, nel tempo, è probabilmente capitato almeno una volta di provare dolore al polso, a seguito di un impatto o di un evento più o meno traumatico.
A seconda della gravità dell’evento, la percezione del dolore può derivare da ciò che accade all’interno delle articolazioni presenti nel nostro polso: al momento dell’urto o di un movimento irregolare, può infatti verificarsi un’eccessiva elongazione dei legamenti, tale da causare un danneggiamento dei legamenti stessi. Questo evento prende appunto il nome di distorsione.
Sintomi
I sintomi di una avvenuta distorsione del polso potrebbero ingannare un occhio inesperto e indurre a pensare di esserci procurati una lussazione o frattura. Eventualità, quest’ultima, ben più grave e impattante.
Dolore, limitazione nei movimenti, ematomi e gonfiore, sono infatti sintomi che accomunano tutti questi traumi e, di conseguenza, anche la distorsione del polso.
Ciò che fa la differenza è il grado di compromissione a cui le nostre articolazioni sono esposte: una corretta diagnosi, eseguita da un medico specialista, è dunque fondamentale per inquadrarne la gravità e impostare il giusto percorso di recupero.
Diagnosi
Il dolore acuto in fase iniziale o il suo persistere nei giorni successivi all’evento traumatico, dovrebbero condurci – anche in assenza degli altri sintomi – ad un approfondimento che ci permetta di comprenderne la gravità (escludendo così eventuali fratture o lussazioni) ed evitare peggioramenti.
Una visita specialistica accompagnata da esami strumentali è la soluzione più rapida e precisa per inquadrare minuziosamente la tipologia di infortunio e l’area colpita.
Di solito una radiografia è sufficiente, anche per escludere un’eventuale frattura. Con un’ecografia si può invece stabilire la presenza, o meno, di una possibile lesione dei tessuti molli. Qualora con questi due esami la diagnosi non sia ancora chiara, il medico specialista può consigliare una risonanza magnetica, tramite la quale osservare in modo ancor più approfondito l’articolazione.
Una volta riconosciuta la distorsione, se ne stabilisce l’entità distinguendo 3 livelli di gravità:
- Distorsione di 1° grado: difficile da diagnosticare in quanto caratterizzata da un basso livello di dolore. Si verifica quando, a seguito dell’evento, vi è uno stiramento dei legamenti, senza lacerazione dei tessuti.
- Distorsione di 2° grado: al grado di dolore che aumenta, si aggiungono tutti o parte dei sintomi prima esposti, i quali potrebbero indicare la presenza di uno stiramento e una lacerazione parziale dei legamenti.
- Distorsione di 3° grado: molto dolorosa, questa eventualità si verifica quando, al momento dello stiramento, viene causata la rottura completa di un legamento o magari anche il distacco di un frammento osseo.
Frattura o distorsione?
Abbiamo visto che il polso, a seguito di traumi, può presentare sia fratture che distorsioni. Ma come riusciamo a distinguerle?
Il grado di compromissione e dolore al polso può essere certamente un indicatore. Ma la differenza, che può essere solo stabilita da specialisti e appositi esami strumentali, consiste nella presenza (come nel caso di frattura), di una interruzione della continuità scheletrica.
Cura e trattamento
Nonostante la distorsione sia la minore tra le possibili lesioni, sottovalutarne gli effetti sarebbe un errore. Trascurando questo infortunio, andremmo incontro al rischio di complicazioni più serie, che potrebbero compromettere la normale funzionalità dell’arto.
In prima battuta è sicuramente necessario il riposo assoluto. Successivamente, le distorsioni del polso di gradi minori vengono trattate attraverso l’applicazione di ghiaccio e farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS), ma non sono da escludere i casi in cui è necessaria l’applicazione di un bendaggio a stecche o l’utilizzo di un tutore semi-rigido.
Inoltre, nei casi come le distorsioni di 3° grado e qualora la terapia conservativa non sia sufficiente, può essere necessario anche intervenire chirurgicamente per limitare i danni e favorire una guarigione completa.
Viste le molteplici possibilità di trattamento, una corretta diagnosi eseguita da specialisti e supportata da interventi mirati, rappresenta la principale (nonché più efficace) forma di diagnosi e cura.
Riabilitazione
Acquisire nuovamente la mobilità ed evitare l’insorgere di disturbi post traumatici è fondamentale per la completa guarigione del polso. È importante quindi effettuare esercizi di mobilitazione, sia in presenza di un fisioterapista, che in modo autonomo.
Eseguendo la terapia riabilitativa, la guarigione completa può essere raggiunta nell’arco di 2-6 settimane, a seconda del grado di gravità della distorsione.
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